dimanche 24 août 2008

L'aggressività femminile

Una cara amica mi ha suggerito di leggere un libro che consiglio a tutte. Di Marina Valcarenghi, psicanalista junghiana, "L'agressività femminile" è un saggio di agile lettura che fornisce una chiave di comprensione di sintomi tipicamente femminili come l'autolesionismo, il senso di colpa, la dipendenza, l'insicurezza o l'ansia di controllo.
Per aggressività l'autrice intende "quella disposizione istintiva che orienta a conquistare e a difendere un proprio territorio fisico, psichico e sociale nelle sue forme più diverse; o, in altri termini, quell'istinto che guida a riconoscere, ad affermare e a proteggere la propria identità".


Secondo la Valcarenghi in tempi molto lontani sarebbe successo qualcosa che, a fini di sopravvivenza della specie umana, ha provocato la compressione dell'aggressività femminile. La conseguenza di tale compressione è l'incapacità delle donne, ancora oggi, di difendere il proprio spazio fisico, psichico e sociale.

L'autrice suggerisce un percorso che permetta di riconoscere l'antica ferita e di liberare l'energia aggressiva femminile originaria caratterizzata da una forma del pensare e del sentire diversa da quella maschile. Il pensiero femminile è definito sintetico, induttivo, ricettivo in opposizione al pensiero maschile logico-deduttivo. Il sentire femminile è ugualmente ricettivo, più orientato alla contemplazione che all'attività.

La Valcarenghi ritiene che sia arrivato il momento che le donne si riapproprino dell'aggressività rimossa tanti anni fa. L'aggressività maschile ha ampiamente dimostrato i suoi limiti. Molto bella la conclusione del libro: "Come in tempi remoti è stato necessario reprimere la visione femminile delle cose per poter sopravvivere, cosi oggi non sembra più possibile immaginare un futuro senza l'apporto di modi di pensare e sentire accoglienti, comprensivi delle differenze, attenti alla complessità, sensibili al pericolo e al dolore, indifferenti alla gerarchia e alla competizione, orientati alla difesa della vita che è allo stesso tempo spirito e materia".

Buona lettura a tutte!

vendredi 25 juillet 2008

Ayaan Hirsi Ali, l'infedele


Avevo letto nei giornali e sentito parlare di questa donna eccezionale, soprattutto in occasione dell'omicidio di Theo Van Gogh, ma la lettura del suo ultimo libro "L'infedele" è stata per me una vera rivelazione. Non conosco bene la Somalia, l'Islam, il mondo in cui Ayaan è cresciuta. E' un mondo vicino e lontanissimo allo stesso tempo. Ayaan lo descrive con molta lucidità e precisione, ne descrive la violenza insita nei confronti delle donne, racconta come se ne è allontanata nel momento in cui il padre aveva deciso di darla in moglie ad uno sconosciuto, ripercorre il modo in cui in Olanda, il paese che l'ha accolta, ha preso coscienza di se stessa in quanto individuo, in quanto donna con il diritto di scegliere per se stessa.
Oggi Ayaan vive sotto scorta permanente perché il mondo che ha lasciato non le perdona di aver scelto la libertà. Credo che non solo le donne musulmane, ma anche le donne occidentali in generale possano trovare in Ayaan un esempio di donna capace di spezzare, anche se a caro prezzo, le catene di una cultura di violenza nei confronti delle donne.
Le opinioni di Ayaan sull'Islam mi spingono anche ad approfondire il tema della compatibilità tra Islam e diritti dell'uomo, sui confini tra il rispetto per la libertà di religione e la diversità culturale e l'universalità dei diritti dell'uomo. Sono graditi consigli di lettura e approfondimento ...

lundi 23 juin 2008

A European campaign against corporal punishment of children


In most of Europe today, society tolerates and even approves some recurrent forms of violence against children, in particular those inflicted in the family setting. No religion, belief, economic situation or "educational" method can ever justify hitting, smacking, spanking, mutilating, abusing, humiliating, or any other practice that violates a child's dignity. It is internationally recognised in human rights law that children have a right to protection from all forms of violence, including corporal punishment in all settings (home, school, penal systems, alternative care).
One third of Council of Europe member states have made corporal punishment illegal and a number of others are committed to legal reform. But despite these positive developments, corporal punishment remains lawful in most countries and is still perceived as an acceptable form of "discipline", in particular in the home. Lawfulness of corporal punishment is also contrary to the right of children to equal protection under the law. Abolishing corporal punishment of children calls for action at different levels. It requires comprehensive changes in legislation and new policy measures to ensure proper implementation and guidance for those working with children and families. It also requires comprehensive awareness raising to inform the public about children's human rights and to change attitudes and behaviours.
Prohibiting corporal punishment is not about prosecuting parents or making them feel guilty: it is about proposing viable alternatives to violent discipline.

Les disparus et Les bienveillantes

J'ai avalé les deux tomes, "Les bienveillantes" en 2007 et "Les disparus" en 2008. J'ai aimé les deux ouvrages pour des raisons très différentes.

Dans Les bienveillantes j'ai apprécié l'écriture de Jonathan Littel, qui a su réproduire les détails sordides des massacres des juifs avec une précision chirurgicale qui decourage le lecteur, mais le pousse également à essayer de comprendre comment cela a pu se produire. J'ai aussi trouvé intéressant que le lecteur se sente constamment impliqué dans le roman, au fil des pages il ne peut jamais échapper à la question cruciale: que ferais-je si j'étais confronté à la même situation? Dr Aue, l'officier SS qui raconte en première personne sa traversée de la deuxième guerre mondiale, son monde intime, son histoire personnelle, est un personnage mythique, il incarne le pire, il fascine presque, mais il est complétement fictif. Cela soulage. Tant de mal ne peut véritablement être concentré dans un seul homme.


Les disparus est le témoignage très détaillé d'un travail de mémoire fait par Daniel Mendelsohn. Un voyage dans le temps et dans l'espace, une reconstruction qui se base sur de faibles traces, sur des témoignages et qui ne peut pas mettre en scène ce qui est exactement arrivé à des membres de la famille de l'auteur, "tués par les nazis". On peut l'imaginer, mais on ne peut pas le décrire avec exactitude. Le personnage principal de cet ouvrage est la mémoire, qui se présente dans sa dimension historique, familiale et personnelle. Les faits qui font l'objet de la recherche de Daniel Mendelsohn pourraient faire partie de ceux décrits dans Les bienveillantes.

Toutefois, les deux ouvrages ne peuvent pas être comparées, si non pour dire que, paradoxalement, la fiction permet de mettre en scène l'humanité avec beaucoup de précision, alors que le travail de reconstruction historique peut seulement faire des suppositions, retracer, mais il ne saura jamais décrire exactement les faits. Témoignage vs. imagination, vécu vs. mise en scène, élaboration vs. description.

J'aimerais avoir un échange d'opinion avec ceux qui ont osé lire les deux tomes ... j'attends des commentaires!

jeudi 12 juin 2008

La laicità secondo un filosofo spagnolo

Ho appena concluso la lettura della "Vita eterna" del filosofo spagnolo Fernando Savater.
Oltre a contenere numerosi e stimolanti spunti di riflessione sulla questione oggetto del titolo, il saggio affronta due temi a me cari, quello della laicità, o meglio del laicismo e delle cosiddette "radici cristiane" dell'Europa.
Sul primo tema non posso che condividere le affermazioni del filosofo spagnolo : "Nella società laica, le credenze religiose trovano accoglienza in quanto diritto di coloro che le assumono, ma non come dovere che possa essere imposto a qualcuno (...). La legalità stabilita dalla società laica marca i limiti socialmente accettabili entro i quali tutti noi cittadini dobbiamo muoverci, quali che siano le nostre fedi o le nostre incredulità. Sono le religioni a doversi adeguare alle leggi, mai il contrario" (p. 194).

Sulle radici cristiane l'opinione di Savater si basa sulla considerazione che "i cristiani introdussero la passione terribile ed escludente per la verità (...) Ai pagani non era venuto in mente di "credere" nelle loro divinità nel modo esaustivo inaugurato poi dai cristiani (...) Il Dio che era la Verità fece fuori tutti gli altri dèi e poi la verità si rivolse in maniera letale contro di lui." Savater conclude che "le radici cristiane dell'Europa hanno oggi la loro espressione più chiara nella scienza che annichila le leggende pietose ... nella proclamazione dei diritti umani a cui si nega la sanzione divina". Di conseguenza proprio la mancata menzione delle "radici cristiane" nel preambolo della Costituzione europea è per Savater l'espressione di tali radici cristiane.

Ne consiglio vivamente la lettura a tutti coloro che continuano a dubitare. Ringrazio l'amico, insegnante di religione, che mi ha regalato questo libro.

mardi 3 juin 2008

Conteurs polyglottes à Strasbourg




La Maison de l'Amerique latine de Strasbourg organise la première rencontre internationale des conteurs les 10-14 juin. Vous trouverez le programme en cliquant ici.
L'affiche de cette manifestation a été réalisée par une amie d'origine argentine, Florencia Escalante, artiste peintre résidant à Strasbourg.

vendredi 16 mai 2008

Le monde selon Monsanto

Ho visto di recente con gli amici dello Sloow Food Alsace il documentario Il mondo secondo Monsanto trasmesso un paio di mesi fa dal canale franco-tedesco Arte. La giornalista Marie-Monique Robin ha svolto un lavoro certosino di ricostruzione delle attività passate e presenti della multinazionale Monsanto, che da impresa leader nel settore della chimica si è trasformata negli ultimi vent'anni in gigante della biotecnologia. Nel reportage la giornalista mette in evidenza come Monsanto sia stata in passato responsabile di disastri ecologici e contaminazioni mortali e come, con l'introduzione degli OGM, il suo potere sulla produzione generi alimentari di base stia diventando preponderante in varie regioni del mondo. Consiglio a tutti quelli che masticano il francese di consultare il sito di Arte nella sezione dedicata a Monsanto per imparare qualcosa su come temo sarà il nostro prossimo futuro ...

mercredi 14 mai 2008

Shopping in Berlin


If you happen to go to Berlin, do not miss the shopping district in Mitte not far from the Hackesche Höfe. I have been there recently and I enjoyed the small boutiques in Alte Schonhauser Str., Münzstrasse, Mulackstrasse. Among my favourite, FIRMA , 100% Berlin brand for clothes, RUG STAR for Tibetan carpets, O.K. for unusual objects from all over the world.

If you look for good but not too expensive accomodation in Mitte I suggest Flower's Boardinghouse, confortable and perfectly located between the Hackesche Höfe and Prinzlauer Berg.

mardi 13 mai 2008

Femmes passerelles d'Europe


Je signale ce site sur les femmes et l'Europe. A découvrir.

lundi 12 mai 2008

Storytelling

J'ai achété le livre de Christian Salmon, Storytelling, la machine à fabriquer des histoires et à formater les esprits, au hasard d'un après-midi de décembre 2007 à la librairie Klébler à Strasbourg. Le livre a traîné quelques mois dans ma biliothèque et puis la perspective d'un long week-end m'a donné envie de le lire.
Je ne connaissais pas du tout ce sujet. Le storytelling, nom qui évoque l'art du récit, désigne une technique de marketing qui consiste à raconter une histoire personnelle, souvent fictive ou en tout cas eloignée de la réalité, autour d'une marque, afin bien évidemment de vendre plus de produits de cette marque. Or, aux Etats Unis cette technique a été vite empruntée par les gourous du management et, bien sûr, par la politique. Christian Salmon décrit avec beaucoup de détails et d'exemples concrets comme la réalité n'est pas seulement transfigurée par le récit utilisé par le management et les hommes politiques, mais elle est elle-même remplacée par ce récit. Dans la société du storytelling, les citoyens et les consommateurs deviennent spectateurs d'une mise en scène délibérée que l'auteur n'hésite pas à définir comme propagande.
L'ouvrage a aussi fait l'objet de critiques. Je vous invite à lire, entre autres, le commentaire suivant: http://www.nonfiction.fr/article-308-une_storytelling_a_la_francaise.htm.